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"SVELATA" A VENEZIA LA MOSTRA RAGGHIANTI SU BELLOTTO

Mercoledì, 11 Settembre, 2019
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La mostra dell’autunno della Fondazione Ragghianti di Lucca, dedicata al pittore veneziano Bernardo Bellotto (1722-1780), nipote di Canaletto, è al contempo un grande evento espositivo e una mostra di studio, presentandosi come un’occasione unica per ammirare alcune opere preziosissime e rare mai viste insieme, tra cui il più importante dipinto della storia avente come soggetto la città di Lucca, capolavoro di Bellotto, e cinque suoi disegni, sempre di soggetto lucchese, prestati straordinariamente dalla British Library. Un nuovo raggiungimento significativo per l’istituzione lucchese diretta da Paolo Bolpagni e presieduta da Alberto Fontana, che sta offrendo una programmazione sempre più ricca e originale nel panorama italiano.

 

La mostra, realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e grazie al supporto di Banco BPM come main partner, vuole illustrare il viaggio di Bernardo Bellotto in Toscana, uno dei temi più affascinanti del vedutismo settecentesco. L’artista ricevette infatti la propria formazione nello studio di Canaletto quando quest’ultimo era al culmine della sua fama, alla fine degli anni Trenta del Settecento. Bellotto assorbì i modelli e le tecniche compositive dello zio con una capacità di emulazione tale da ingannare gli stessi contemporanei. L’eredità del maestro è alla base di tutta la sua opera, ma non appena il giovane Bellotto iniziò a viaggiare fuori da Venezia – e il soggiorno in Toscana è il primo e fondamentale a questo riguardo – sviluppò il proprio stile espressivo in maniera originale, accentuando il rigore prospettico e il realismo della rappresentazione.

 

I più recenti studi archivistici hanno permesso di datare questo viaggio di Bellotto al 1740, due anni prima rispetto a quanto si ritenesse, evidenziandone così l’importanza come manifesto della precocità artistica del pittore, allora diciottenne. La documentazione riscoperta consente anche di vedere in lui il pioniere della pittura di veduta a Firenze e a Lucca, al servizio dell’aristocrazia toscana.

 

Il focus di questa mostra, curata da Bożena Anna Kowalczyk, tra i maggiori studiosi di Canaletto e Bellotto, è il nucleo di vedute di Lucca, con il dipinto che raffigura piazza San Martino proveniente della York City Art Gallery e i cinque disegni di diversi luoghi intorno alla cattedrale e alla chiesa di Santa Maria Forisportam eccezionalmente concessi dalla British Library. Questo gruppo di opere, mai esposte insieme – i disegni, incollati in un album del primo Ottocento già di proprietà del re Giorgio III d’Inghilterra, e poi di Giorgio IV, saranno per la prima volta staccati – fornisce una documentazione straordinaria della città di Lucca nel Settecento.

 

Accanto alle opere di soggetto lucchese sono inoltre presentate alcune delle vedute conosciute di Firenze realizzate da Bellotto durante e a seguito della sua visita in Toscana, come Piazza della Signoria, Firenze e L’Arno dal Ponte Vecchio fino a Santa Trinità e alla Carraia, entrambe del 1740, provenienti dal Szépmúvészeti Múzeum di Budapest; L’Arno verso il Ponte Vecchio, Firenze e L’Arno verso il ponte alla Carraia, Firenze, ambedue del 1743-1744, provenienti dal Fitzwilliam Museum di Cambridge; e il disegno a penna e inchiostro Capriccio architettonico con un monumento equestre del 1764, dal Victoria & Albert Museum di Londra, che documenta la visita di Bellotto a Livorno. Sono inoltre esposti anche altri magnifici dipinti di Luca Carlevarijs, Giuseppe Zocchi e di alcuni anonimi ma talentuosi artisti che, a Lucca, eseguirono copie dell’eccezionale veduta di piazza San Martino realizzata da Bellotto, a testimonianza della ricaduta che la presenza fondamentale di quest’opera ebbe in città.

 

Altro manufatto di eccezionale valore e interesse per i visitatori è la camera ottica in legno, vetro e specchio usata da Canaletto e concessa in prestito dal Museo Correr di Venezia.

 

Il viaggio di Bellotto fu patrocinato dal conoscitore e antiquario veneziano Anton Maria Zanetti di Girolamo (1680-1767), che era in stretto contatto con i più importanti collezionisti toscani. Bellotto ebbe peraltro occasione di vedere a Lucca quattro magnifiche vedute di Venezia di suo zio Canaletto, commissionate nel 1725 dal nobile mercante Stefano Conti (1654-1739). Questa fitta rete di relazioni artistiche, che assicurò il successo del giovane pittore, è illustrata in mostra da una serie di documenti originali dell’epoca: libri, lettere, ricevute di pagamento per commissioni di opere, provenienti dalla Biblioteca Statale di Lucca.

 

Per avere uno sguardo contemporaneo sul celebre quadro di Bellotto su piazza San Martino sono stati chiamati due giovani fotografi che parteciperanno al Photolux Festival di Lucca (16 novembre - 8 dicembre 2019): Jakob Ganslmeier (Monaco, 1990) e Jacopo Valentini (Modena, 1990), ospitati “in residenza” estiva alla Fondazione Ragghianti. Alla fine del percorso della mostra saranno esposti i loro lavori, realizzati negli stessi luoghi che Bellotto vide nel 1740.

 

L’allestimento della mostra, raccolto e prezioso, con una sala nei toni del blu di Prussia dove ammirare la splendida opera di Bellotto e i disegni della British Library, è a cura della nota architetta veneziana Daniela Ferretti.

 

Accompagna la mostra un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale ed Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’arte, a cura di Bożena Anna Kowalczyk, con saggi sull’artista e sulla sua produzione in Toscana, nuove e inedite ricerche storiche e archivistiche svolte per questa esposizione, nonché i risultati delle analisi più innovative riguardanti la tecnica e i procedimenti utilizzati da Bellotto per la realizzazione dei suoi dipinti e disegni, qui per la prima volta confrontati.

 

Nella foto: Bernardo Bellotto Piazza San Martino con la cattedrale Lucca - 1740 - York City Art Gallery