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IL CROCIFISSO “PARLANTE” TORNA IN SAN FRANCESCO

Martedì, 10 Febbraio, 2015
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Torna in San Francesco il Crocifisso parlante, riconsegnato alla sua originaria collocazione all’interno dell’ultimo altare della parete destra della navata. La campagna di restauro, inserita nel complessivo percorso di recupero del San Francesco operato dalla Fondazione Crl, ha restituito alla pubblica fruizione una delle più felici realizzazioni della bottega di Giovanni Teutonico, quattrocentesco maestro dell’intaglio.

Il Crocifisso, definito “parlante” in virtù dell’elemento mobile inserito nella bocca a simulare il movimento della lingua, appartiene ad una tipologia di statue molto diffusa nel tardo-gotico in tutta Europa e legata per lo più alle celebrazioni drammaturgiche del triduo pasquale. Veri propri “Cristi mobili” che i alcuni esemplari, attraverso elementari meccanismi, riuscivano a muovere differenti parti del corpo, come le braccia, la testa e, appunto, la lingua.

Il restauro si deve a Carolina Cannizzaro con la collaborazione di Enrico Modena e la direzione di Antonia d’Aniello della Soprintendenza Belle Arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara: nel corso dell’intervento la scultura ha rivelato una insospettabile qualità dell’intaglio che insieme ad alcuni particolari esecutivi quali il trattamento dell’incarnato interrotto dal drammatico reticolo delle vene e alla rara presenza della lingua mobile di una acquisizione di grande rilievo per la ricostruzione dell’attività del maestro: i risultati dell’intervento sono stati oggetto di una pubblicazione “Il Crocifisso ‘parlante’ della chiesa di San Francesco a Lucca. Storia e restauro” che raccoglie testi di Claudio Casini, Carolina Cannizzaro, Elisabetta Francescutti e Nicola Laganà.