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Oltre i muri: un progetto per il carcere San Giorgio di Lucca

Lunedì, 20 Febbraio, 2012

Rifornimento di biancheria per i detenuti e di materiale elettrico per la struttura, tre corsi di ginnastica e un intervento mirato per arricchire la biblioteca interna che, grazie alla raccolta di oltre 300 volumi, permetterà di arricchire le attività educative. Sono gli obiettivi del progetto “Oltre i muri, dentro le mura” rivolto ai detenuti della casa circondariale “San Giorgio” di Lucca.

Il progetto è stato promosso dal Comitato Popolare di piazza San Francesco e reso possibile dal finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e con la collaborazione del cappellano del carcere, don Giuseppe Giordano e dell’onorevole Raffaella Mariani.

Come è nato “Oltre i muri, dentro le mura”

Il progetto nasce dall’iniziativa del Comitato Popolare di Piazza San Francesco, per intervenire sulle condizioni della popolazione detenuta del carcere di Lucca: in San Giorgio, ai ben noti problemi legati al sovraffollamento e al sottodimensionamento degli organici del personale, si aggiungono i molti disagi causati dallo stato di marginalità e povertà che provocano ulteriori ripercussioni sulle possibilità di riabilitazione e reinserimento dei detenuti. Il carcere lucchese ospita prevalentemente stranieri privi di permesso di soggiorno, tossicodipendenti, persone povere prive del sostegno del nucleo familiare o con problemi psichiatrici; circa la metà è in attesa di giudizio e l’età media è compresa tra i 20 e i 40 anni.

Il primo passo per costruire un progetto veramente efficace è stata la “mappatura” dei bisogni della popolazione carceraria. Essenziale, in questo frangente, il supporto del cappellano Don Giuseppe Giordano e il proficuo rapporto con la direzione che oltre a far presenti le necessità contingenti della struttura ha contribuito anche con l’elaborazione di iniziative e proposte.

In seguito a questo confronto è stata individuata come priorità l’attivazione di corsi di attività motoria: in questo senso è stata ricercata la collaborazione professionale di associazioni sportive ed è stata individuata in Libertas la giusta disponibilità. Dopo una selezione sono stati individuati 4 istruttori (2 come sostituti) dotati dei requisiti specifici, culturali e professionali, in grado di lavorare in ambito carcerario. E il 9 febbraio sono partiti 3 corsi di ginnastica.

Allo stesso tempo, il Comitato si è mosso per provvedere ad alcune forniture di beni di prima necessità. Da una parte generi di biancheria, come calzini, slip e magliette, affidati al cappellano incaricato di distribuirli gradualmente, a seconda delle necessità manifestate dai detenuti. Dall’altra, su indicazione della direzione, si è provveduto anche all’acquisto di materiale elettrico e piccole forniture per far fronte alle necessità della struttura e che consentono forme di impiego per la popolazione del carcere, come lavori di manutenzione e riparazione di impianti.

Infine, ma non da meno, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione che ha consentito di raccogliere circa 300 libri, catalogati e consegnati alla casa circondariale per arricchire la piccola biblioteca della struttura. I volumi, prevalentemente di narrativa, alcuni in francese o arabo, saranno utilizzati per animare in modo efficace le attività educative.

I risultati attesi

Oltre ad un miglioramento delle condizioni dei detenuti, che beneficeranno direttamente degli interventi previsti, l’iniziativa centra l’obiettivo del potenziamento delle azioni educative e riabilitative (che sono fine ultimo della detenzione) con una ricaduta positiva sul lavoro di volontari e operatori, partner indispensabili nella realizzazione del progetto.

Anche la comunità locale è interessata dal progetto, grazie ai percorsi di conoscenza e di consapevolezza in merito ad una realtà troppo spesso “nascosta”.