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PREMIATO CON LA “PANTERA D’ORO” PIER LUIGI GIORGI, PEDIATRA DEGLI ULTIMI

Sabato, 25 Aprile, 2015
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Con la “Pantera d’Oro” premiata una vita da romanzo: un romanzo che racconta di un uomo di scienza, altruista, concreto e appassionato, che ha portato la sua competenza di pediatra in Costa d’Avorio, Ecuador e India, dove anche col sostegno della Fondazione Crl, riuscì a migliorare le condizioni di un lebbrosario.

Era il 1972 quando il professor Pier Luigi Giorgi, nato in Garfagnana nel 1929 e specializzato in pediatria all'Università di Pisa nel 1953, ebbe il primo contatto con gli ambienti più poveri della Costa D'Avorio. Solo la prima tappa di un percorso di assistenza che lo ha poi condotto in Ecuador nel '77 per realizzare una valutazione dell'ambiente e delle patologie di quel paese. Una missione culminata con il secondo viaggio del ‘79, in parte appoggiato economicamente dall'Università, dove, con il contributo di un team di professionisti, scoprì le cause della Paragonimiasi, una rara malattia che conduceva a morte la gente del luogo. Di lì a poco, ottenne la direzione dell'Ospedale dei Bambini Salesi di Ancona e la Cattedra in Clinica Pediatrica all'Università.

La svolta, nella sua missione di vita, arrivò però nel 1998, quasi per caso. Durante un viaggio turistico in India, vicino a Puri, in Orissa, entrò in contato con, padre Marian, il missionario che proprio lì aveva costruito un villaggio per i lebbrosi. Fu l'inizio di una nuova esperienza per Giorgi, di un lungo percorso, che lo ha visto per anni passare le proprie ferie in Asia, con un ambulatorio allestito su un bus. Poi, nel 2010, una svolta per il lebbrosario di Puri, dove Giorgi allestì un’infermeria con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio e di un anonimo benefattore.

Dieci anni di viaggi e di aiuti umanitari e una vita dedicata ai più sfortunati che Giorgi ha in parte raccolto nel libro "La mia India" presentato a Palazzo Ducale a margine della cerimonia con cui il presidente della Provincia Stefano Baccelli ha consegnato la Pantera d'oro a questo straordinario medico che ha frequentato le aree più povere del mondo con una macchina fotografica al collo e una manciata di gessetti in tasca.

Foto Flickr©