La Scuola IMT ha visto accrescere il campus con una struttura dotata di 100 posti letto in ambienti corredati da tutti gli elementi previsti dalla normativa per le residenze universitarie. L’obiettivo? Aumentare il numero di studenti residenti e proseguire lungo un percorso di crescita, che inevitabilmente necessita del potenziamento delle infrastrutture, nell’intento di arrivare presto ad una ‘popolazione’ di oltre 400 persone fra docenti, visiting professors, dottorandi e personale amministrativo.
Da complesso storico a residenza universitaria: il progetto di Fondazione Carilucca
La Fondazione Carilucca (CRL) ha acquistato il complesso immobiliare nel 2018 dall’ente Provincia Romana dei Frati Predicatori (Domenicani) con sede in Roma. Si trattava di un complesso di fabbricati posto lungo Via Brunero Paoli con un ampio giardino confinante con il Museo di Villa Guinigi. La superficie complessiva del lotto è di oltre 3.500 metri quadrati, per una superficie coperta di 1.332 metri quadrati, oltre a un terreno di proprietà esclusiva di circa 2.250 metri quadrati.
La residenza può ospitare fino a 100 studenti in camere dotate di servizi suddivise in due piani, entrambi forniti di cucina comune e spazi condivisi. Al piano terra, oltre ad una reception in cui è stata adottata una soluzione architettonica ‘luminosa’ e di grande impatto, sono state ricavate diverse aule studio. Fondamentale per la realizzazione dell’opera il contributo ministeriale a fondo perduto di € 4.230.000 a valere su un bando emanato nel 2017 dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Quest’ultimo era finalizzato alla ristrutturazione o alla costruzione di immobili da adibire ad alloggi o residenze per studenti universitari. Un’occasione che la Fondazione ha colto per attrarre ulteriori risorse sul territorio.
Il recupero dell’edificio aggiunge un ulteriore tassello in un mosaico che negli anni si è andato componendo. L’espansione di una realtà dell’alta formazione in salute e in piena crescita in questo intervento si sposa con il recupero di un bene privato in completo degrado, convertito ad un fine di pubblica utilità. Un tassello, appunto, che consente di proseguire il cammino della riqualificazione della Zona est di Lucca, in cui il recupero del San Francesco ha svolto il ruolo di ‘primo motore’.







































