Presentato nella sala Vincenzo da Massa Carrara del complesso di San Micheletto, il libro "Storia di Selvaiana e delle genti che l’hanno posseduta, abitata e coltivata", di Leo Burlamacchi: una finestra sulla vita, la cultura e i costumi di Lucca in ben cinque secoli di storia, dal Cinquecento fino ai giorni nostri, attraverso le vicende di una fattoria sulle colline rivierasche del contado lucchese. Edito da Maria Pacini Fazzi Editore, il volume è stato presentato dal giornalista-scrittore Bernardo Pianetti della Stufa e dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, ingegner Gian Carlo Giurlani.
Burlamacchi, che nella vita si è dedicato all'insegnamento universitario e alla ricerca scientifica nel campo della chimica e della fisica, realizza un affresco che restituisce al lettore la storia delle persone che sono vissute intorno alla proprietà agricola di famiglia, a Selvaiana. Vediamo così descritta, tra le altre, la vicenda di Lavinia Felice Cenami, che nella seconda metà del Seicento, pur avendo fatto voto di povertà, visse negli agi di Selvaiana; la storia della maledizione che il Beato Amedeo di Savoia lanciò sulla famiglia Burlamacchi, che tuttavia non si estinse; il periodo della proprietà di Lucy Lang, eccentrica vedova Burlamacchi, che nel secondo Ottocento, pur non conoscendo niente di agricoltura, riuscì a vivere dei profitti di Selvaiana.
La "Storia di Selvaiana" è dunque la storia di una fattoria e dei suoi passaggi di proprietà. Una storia che, nel corso dei secoli, ha avuto come protagoniste le nobili famiglie lucchesi dei Cenami, degli Arnolfini e dei Burlamacchi.
BURLAMACCHI E LA SUA SELVAIANA
Mercoledì, 10 Maggio, 2006
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