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S.PAOLINO TORNA A SPLENDERE

Lunedì, 29 Maggio, 2006

È una visione di grande effetto quella che si presenta agli occhi di chi, passando per via San Paolino, volge lo sguardo alla chiesa intitolata ai santi Paolino e Donato: si sono, infatti, conclusi i lavori di restauro conservativo della facciata di quella che, dopo la distruzione voluta da Elisa Baiocchi della chiesa di San Pier Maggiore, che sorgeva sull'area dell'attuale piazza Napoleone, resta oggi l'unico edificio religioso compiutamente rinascimentale che si conserva a Lucca. Il restauro, promosso dalla parrocchia di San Paolino e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Il restauro, promosso dalla parrocchia di San Paolino e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, è costato circa 200mila euro ed è stato realizzato su progetto che l'architetto Ernesto Velardi ha messo a punto sulla base delle linee di intervento elaborate da Antonia d'Aniello, direttore del Laboratorio di Restauro, e di Maria Teresa Filieri, direttore dei Musei nazionali e responsabile per i beni artistici della città. Progetto che rientra in un programma di interventi già condiviso dalla Soprintendenza e dalla curia per la sperimentazione di nuove e sofisticate tecnologie di restauro delle chiese e delle opere d'arte in esse conservate. Nell'ambito di questo programma, la Fondazione Cassa di Risparmio ha anche finanziato il restauro - che verrà completato nei prossimi mesi - delle due sculture che si trovano nelle nicchie della facciata della chiesa di San Paolino e che raffigurano, appunto, i santi Paolino e Donato.
Il restauro conservativo della facciata è stato realizzato affiancando alle metodologie tradizionali le più innovative tecnologie laser, già sperimentate con ottimi risultati nella chiesa romanica di San Frediano a Pisa. Le tecniche e i sistemi laser per il restauro dei beni culturali sono da tempo promossi dalla rete regionale per l'alta tecnologia, che ne ha affidato lo studio ad un pool di istituti di ricerca tra cui l'Opificio delle pietre dure di Firenze, l'Istituto di quantistica del Cnr e il Dipartimento di scienza del mondo antico dell'università di Pisa. Con queste tecniche, dunque, è stata completamente ripulita la facciata della chiesa lucchese che, interamente realizzata in calcare di S. Giuliano, presentava un diffuso degrado e vaste alterazioni del materiale lapideo. Insomma, un misto di residui di particelle atmosferiche, minuti frammenti di laterizi, depositi di cloruri e nitrati. Il tutto a formare quello che per gli esperti è la tipologia più diffusa di degrado: il fenomeno delle "croste nere".
Soddisfazione, per l'intervento realizzato, è stata espressa, anche a nome della comunità di San Paolino, dal parroco monsignor Primo Chicchi, al quale si è unito il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Gian Carlo Giurlani.

CENNI STORICI
Nell'area dov'è oggi la chiesa di S. Paolino sorgeva una chiesa paleocristiana, dove furono ritrovati i resti di San Paolino, primo vescovo di Lucca. Ristrutturata nell'XI e nel XIV secolo, fu ricostruita a partire dal 1515 su progetto di Baccio da Montelupo. La chiesa assunse così la forma attuale, con la facciata a tre ordini di basamento sviluppata in verticale e preceduta da un'imponente scalinata; con le statue dei due santi collocate nelle due nicchie a lato della porta (1700); con la struttura ad aula unica, con le volte a botte, le cappelle ai lati ed un ampio transetto. L'arredo interno, dove è evidente l'opera di Nicolao e Vincenzo Civitali (che hanno eseguito, fra l'altro, anche le due cantorie in marmo presso il transetto), fu concluso solo nel 1638.